Vaccini e modelli animali nella ricerca

Data evento: 
Da  13/12/201813/12/2018

Vaccini e modelli animali nella ricerca i temi del terzo e ultimo appuntamento a Pordenone con il Caffè delle Scienze
Giovedì 13 dicembre, 18.30, Pordenone, corso Vittorio Emanuele II 58, Caffè Municipio
Ultimo appuntamento della prima edizione dei Caffè delle Scienze e delle Lettere al Caffè Municipio di Pordenone, organizzati dall’Università di Trieste con il patrocinio del Comune di Pordenone.

Giovedì 13 dicembre, a partire dalle 18.30, Roberto Dall’Amico, direttore della Struttura Complessa di Pediatria e neonatologia presso l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria 5 “Friuli Occidentale”, ci parlerà di Vaccino: arma o scudo?

I vaccini rappresentano lo strumento di prevenzione più efficace e a basso costo nei confronti di malattie gravi e a volte mortali. Nonostante i dati disponibili a sostegno delle vaccinazioni siano molto robusti, le informazioni disponibili per le famiglie sono spesso fuorvianti. Un’indagine Censis del 2014 riporta come i genitori ritengano che le informazioni online risultino negative verso le vaccinazioni in quasi l'80% dei casi.  Solo il 24% dichiara di fidarsi dei vaccini, il 62% ritiene che le vaccinazioni possano causare malattie gravi come l’autismo. Il 50% che le vaccinazioni non sono ì così efficaci nel proteggere dalle malattie e non si può escludere la possibilità di ammalarsi nonostante il vaccino. La rappresentazione che emerge è di una generale insoddisfazione verso l’informazione istituzionale chiamata a sostenere un piano vaccinale che nei primi 15 mesi di vita prevede la somministrazione di circa 30 dosi di vaccini diversi. Non sono tanti e nemmeno pochi. Sono quello che serve alla luce delle conoscenze scientifiche attuali.
La domanda più frequente è perché vaccinare i bambini verso malattie che sono scomparse dal nostro Paese? La risposta è piuttosto semplice. Perché ormai siamo cittadini del mondo e focolai di malattie gravi, ma facilmente prevenibili, come difterite e polio vengono riportati in Paesi vicini come Afghanistan, Pakistan, Yemen, Nigeria. Malattie altamente contagiose come il morbillo viaggiano facilmente con i voli aerei e basta una sola persona ammalata per diffondere il virus in popolazioni con insufficienti coperture vaccinali.
I dati epidemiologici del 2017 relativamente al morbillo mostrano come il nostro Paese sia tristemente al secondo posto in Europa come numero di nuove diagnosi. Circa 5000. Nell’anno in corso i casi sono stati 2368. Più di 100 tra operatori sanitari. Tredici sono stati i decessi a causa del morbillo da gennaio 2017 (8 nel 2018). Anche la rosolia è facilmente trasmissibile, ma in molti Paesi la forma congenita non è più una malattia endemica. I casi osservati sono cioè di importazione. Nel nostro Paese i casi di rosolia congenita negli ultimi 12 anni sono stati 87, 2 dei quali nel 2017. Le raccomandazioni alla vaccinazione verso queste malattie e le altre incluse nel piano vaccinale non devono essere vissute come una imposizione, ma come la migliore opzione che ogni sistema sanitario può offrire coniugando i migliori interessi per il singolo e per la collettività.

A seguire l’intervento di Emiliana Giacomello, docente di Scienze e tecniche di medicina di laboratorio dell’Università di Trieste, con “In vivo veritas: modelli animali nella ricerca”.
La ricerca di base e la ricerca biomedica utilizzano modelli sperimentali di vario tipo che si possono principalmente dividere in modelli in vitro ed in vivo. I modelli sperimentali sono di essenziale supporto e possono fornire informazioni differenti tra loro. Se da una parte il modello in vitro permette di individuare meccanismi fini a livello cellulare, dall’altra il modello in vivo permette di studiare il comportamento di un organismo nel suo complesso. Questi tipi di studio si rendono necessari sia nella ricerca di base, ma soprattutto nella ricerca traslazionale che è resa possibile grazie al trasferimento dei risultati delle ricerche sperimentali alle applicazioni in campo medico. La scelta del modello sperimentale e la sua applicazione avviene in base ai quesiti scientifici e seguendo le necessità sperimentali, al fine di ottenere risposte precise e quanto più rapide possibile. Negli ultimi anni il personale della ricerca ha orientato notevoli sforzi per ridurre, senza interferire con la capacità di rispondere ai numerosi quesiti scientifici, l’utilizzo della sperimentazione in vivo, introducendo numerose regole e nuovi modelli sperimentali avanzati.  

I Caffè delle Scienze e delle Lettere, organizzati dall’Università di Trieste, sono conversazioni informali tra ricercatori e cittadini sui più svariati argomenti scientifici, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra l’Ateneo e la cittadinanza, attraverso lo scambio di opinioni e conoscenze sui risultati della ricerca universitaria.

Caffè delle Scienze a Pordenone
Referente: prof. Matteo Biasotto - m.biasotto@fmc.units.it
Dipartimento Clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute

Per informazioni e aggiornamenti: www.caffedellescienze.eu

 

I Caffè delle Scienze e delle Lettere sono organizzati da quattro Dipartimento dell’Università di Trieste:
Dipartimento Clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute
Dipartimento di Scienze della Vita
Dipartimento di Fisica
Dipartimento di Studi Umanistici

Sono realizzati in collaborazione con:
Comune di Pordenone
Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS
Conservatorio di musica Giuseppe Tartini, Trieste
Liceo Scientifico Galileo Galilei, Trieste
Istituto Tecnico Statale Grazia Deledda – Max Fabiani, Trieste
Liceo Scientifico Oberdan, Trieste
ISIS D’Annunzio, Gorizia
Liceo Artistico Max Fabiani, Gorizia
Polo tecnico liceale d’Annunzio – Fabiani, Gorizia
Polo Liceale, Gorizia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Assicurazioni Generali
Teatro Bàndus
Circolo Culturale Astronomico di Farra d’Isonzo

Il caffè dei Quanti è stato finanziato da:
TEQ – Testing the large-scale limit of quantum mechanics
Horizon 2020 Framework Programme of the European Union