Tra le carte dei traduttori (ovvero cosa si legge quando si legge in traduzione)

Data evento: 
Da  03/08/202303/08/2023

A cura del Quadrato Interculturale T.E.T.R.I.S.S., progetto di Terza Missione del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione IUSLIT  UniTS

TRA LE CARTE DEI TRADUTTORI (OVVERO COSA SI LEGGE QUANDO SI LEGGE IN TRADUZIONE) 

nell'ambito di “Libri & Autori a Grado” 

3 agosto

ore 18

Velarium GIT - Grado

L’Evgenij Onegin di A. Puškin e la sua (polifonica) intraducibilità; A. Achmatova personaggio di fumetti d’autore; il Giardino dei ciliegi a casa di zio Vanja; Medea interprete (e traduttrice) di se stessa. Il “caso Ulitskaja”. La “lunghezza dei giorni” nella cultura russo ucraina; fotografie da un anime giapponese; ricami arabi in prosa neerlandese. E poi estratti da un “romanzo in versi”… in musica, e frammenti di poesia russa… in friulano.

Un caleidoscopio di lingue, generi, autori, punti di vista: per sensibilizzare alla lettura in traduzione. Perché lo statuto ontologico del testo originario è il suo carattere unico e sintetico: del testo in traduzione, il carattere molteplice e analitico. Perché la traduzione è un equilibrio (equilibrismo?) tra ciò che si traduce, ciò che si trasforma, ciò che si perde, ciò che si sacrifica (P. Torop). Perché la traduzione è impossibile: eppure si fa. Ed è di traduzione che vive la nostra cultura. Racconti brevi in forma di “carte da lettura” a condurre lo spettatore nel labirinto a rizoma della contemporaneità, dove la traduzione diviene paradigma del sapere e del comunicare.

Un viaggio, quello che T.E.T.R.I.S.S. offre, attraverso la traduzione interlinguistica, intersemiotica, interdisciplinare: con un’anteprima insospettata, oggetti scenici a simbolo della TRAДАЯT e un ospite – presente/assente – d’eccezione! L’esperienza di (giovani e no) traduttori professionisti ci porta dietro le quinte del sapere moderno, in un’operazione ideale di “salvamento” che nasce all’interno di una competenza specifica ma si fa voce dall’urgenza improrogabile: perché salvare una cultura significa salvare la cultura. Perché la traduzione è “esperienza dei confini” – e del loro superamento (V. Machlin); perché la traduzione, “lingua dell’Europa” (U. Eco), è “antitetica alla guerra” (A. Prete); perché la traduzione, come diceva I. Brodskij, “è la madre di ogni civiltà”.

TRA LE CARTE DEI TRADUTTORI (OVVERO COSA SI LEGGE QUANDO SI LEGGE IN TRADUZIONE) 

 

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