STRUTTURE DIFENSIVE SUL CONFINE ORIENTALE: firmata intesa

25 Ottobre, 2021

Circa 1550 strutture difensive del Friuli Venezia Giulia sono oggetto di una intesa istituzionale e di un piano di interventi volto alla tutela, alla valorizzazione turistica e culturale e al riuso sociale di questo patrimonio storico unico a livello europeo. L’accordo appena firmato coinvolge Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio, Direzione dei lavori e del demanio della Difesa, Ministero della Cultura e le Università di Trieste e di Udine.

«Il nostro ateneo – ha sottolineato il rettore, Roberto Di Lenarda – contribuirà a questo ambizioso progetto con le sue competenze multidisciplinari. La nostra Regione è il territorio ideale per realizzare progetti che coniugano in maniera costruttiva e innovativa turismo, cultura e ambiente. Trovo anche particolarmente importante che si agisca su strutture che sono memoria di un passato difficile e triste della nostra storia, dando loro nuova vita e soprattutto nuovi significati».

Per l’attuazione dell’intesa, di durata triennale, è stato costituito un Comitato operativo. Per l’Università di Trieste è stata nominata la prof.ssa Elena Marchigiani.

Le strutture difensive realizzate sul confine orientale (il cosiddetto Vallo Alpino del Littorio) rappresentano un patrimonio storico unico. L’estensione di queste strutture è imponente: solo nella zona della Carnia e del Tarvisiano sono collocati 46 sbarramenti (per un totale di circa 400 opere) degli oltre 300 di cui era originariamente composto il Vallo Alpino del Littorio. A queste opere vanno aggiunte le oltre 1000 strutture militari realizzate sulla linea del Tagliamento, nella piana di Gorizia e sulla linea del Torre. Nel corso della guerra fredda la zona di confine è stata tra le più militarizzate d’Italia: oltre il 50 % del territorio regionale è stato infatti interessato da servitù militari.

A partire dai primi anni Novanta gran parte di queste strutture sono state dismesse e la loro proprietà trasferita dal Demanio militare al Demanio civile. Fino ad oggi, in assenza di un piano volto alla conservazione e valorizzazione di questo patrimonio storico, la cura e il recupero delle strutture sono stati affidati alle amministrazioni comunali o ad associazioni private. Negli anni sono state recuperate a uso turistico e didattico quattro strutture da parte di altrettante associazioni: una struttura del Vallo alpino del Littorio (opere 2 e 3 dello sbarramento Invillino Ovest in Comune di Villa Santina), due strutture del Vallo Alpino riadattate dalla Nato negli anni ’50 (opera 4 dello sbarramento di Ugovizza-Nebria a Malborghetto-Valbruna; opere 1 e 2 dello sbarramento di Passo monte Croce Carnico a Paluzza) e una struttura “particolare”, il bunker San Michele a Savogna d'Isonzo.