Presentati i risultati dell'Osservatorio COMET sulla Metalmeccanica in FVG

29 Novembre, 2023

   

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ SONO DETERMINANTI PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE, LO DIMOSTRA L’OSSERVATORIO DELLA METALMECCANICA FVG

Secondo il report ideato e coordinato da Cluster COMET, le aziende meccaniche della regione sono propense alla ricerca, alle politiche green, all’ottimizzazione dei processi e performano meglio che nel resto d’Italia.

Gli imprenditori manifestano la difficoltà di fare previsioni per l’andamento futuro del fatturato, condizionati soprattutto dall’incertezza economica e politica. Le incognite dal punto di vista tecnologico e sociale, invece, non sono percepite come un freno.

Innovazione, sostenibilità ambientale ed efficientamento produttivo sono i fattori che hanno determinano la crescita delle imprese del comparto metalmeccanico del Friuli Venezia Giulia. Non solo: le imprese del territorio registrano aumenti di fatturato superiori rispetto al dato nazionale così come al resto del settore manifatturiero regionale, ma l’incognita della attuale condizione economica e politica rappresenta un freno sulle strategie di sviluppo.

È quanto emerge dalla presentazione dei dati dell’Osservatorio della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, svoltasi il 28 novembre scorso nella sala “Bruno de Finetti” del Dipartimento DEAMS dell’Università degli Studi di Trieste.

Giunto alla sua terza edizione, il report ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, riunisce le banche dati di Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park che sintetizza in un’unica piattaforma le numerose fonti di dati che misurano i diversi indicatori del sistema economico regionale, della Direzione Studi di Intesa Sanpaolo, di Università degli Studi di Trieste e Università degli Studi di Udine.

Lo studio sinergico a cui contribuiscono i prestigiosi attori del panorama regionale, mettendo a disposizione il proprio know-how, traccia un’analisi quantitativa e qualitativa delle condizioni del comparto produttivo e ne restituisce non solo un’immagine attuale nitida, ma anche una proiezione dei possibili percorsi di sviluppo futuro.

I RISULTATI DELL’OSSERVATORIO DELLA METALMECCANICA FVG

Area Science Park ha mappato le più di 5.000 aziende del comparto metalmeccanico regionale, restituendo un'immagine nitida del settore elettro-meccanico e delle filiere collegate.

Con un quadro economico in forte evoluzione e un rallentamento da parte dell’economia regionale, si attesta che, confrontando l’andamento delle imprese della metalmeccanica in FVG negli anni precedenti, nonostante un complessivo aumento tra il 2021 e il 2022 (+ 0.4%), si registra una calo del numero di imprese tra il 2022 e il 2023. Il dato è in linea con il rallentamento della crescita economica regionale, comprovata anche da una diminuzione del -0,5% delle imprese della manifattura, e derivante anche dalla diminuzione della produzione industriale. La decrescita, però, risulta modesta in quanto nel primo semestre del 2023 il settore della meccanica ha registrato un incremento delle vendite.

In controtendenza risulta il Pordenonese, in cui si registrano segni di resilienza e un aumento del numero delle aziende, a conferma della sua posizione trainante per il settore, con 7,1 imprese della metalmeccanica ogni 100.

L’innovazione e la sostenibilità trainano la crescita

Osservando i dati relativi all’innovazione, le imprese della metalmeccanica continuano a registrare una buona performance in Ricerca & Innovazione. Il primo segnale si riceve nella attività di brevettazione, che registra un +16% di imprese depositanti di almeno un brevetto, italiano o europeo.

Sono 241 le imprese che tra il 2012 e il 2022, hanno depositato in totale 1.708 brevetti, di cui una grande maggioranza (1.051) con un codice brevettuale del settore Mechanical Engineer. Di questi, 382 fanno riferimento al campo tecnologico Machine Tool e 233 Thermal process and apparatus, a testimonianza della forte vocazione brevettuale per l’innovazione termo-meccanica in senso stretto.

Tenendo sempre conto dei brevetti depositati, è interessante monitorare i Green Patents – ovvero le innovazioni che hanno il preciso obiettivo di portare un miglioramento ambientale - che nel caso delle imprese della metalmeccanica per il periodo 2012-2022 sono 108, e presentano principalmente codici relativi al settore Chemistry (65) e Mechanical Engineer (59).

Un altro segnale, seppur con numeri inferiori, è rappresentato dalla capacità di approcciare bandi competitivi come quelli europei. Infatti, con il lancio del nuovo programma quadro Horizon Europe, le aziende della metalmeccanica sono riuscite a cogliere questa opportunità.

Da una prima analisi, emerge che le imprese della metalmeccanica FVG si impegnano principalmente in progetti legati ad environmental engineering (keyword citata 33 volte) computer and information sciences (29) ed electrical engineering, electronic engineering, information engineering (27).

Un importante punto è rappresentato dalla performance delle imprese della metalmeccanica in termini di sostenibilità ambientale: sono 142 le aziende che hanno dato segnali di voler promuovere la sostenibilità ambientale della manifattura regionale.

Fatturati in crescita grazie all’efficientamento dei sistemi produttivi

L’analisi dei dati di bilancio svolta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, ha preso in considerazione un campione di 1.828 aziende del Friuli Venezia Giulia di cui la metà circa appartiene al settore dell’elettromeccanica e delle filiere collegate, per un totale di 11,8 miliardi di euro di fatturato nel 2022 e un Margine Operativo Lordo (MOL) di poco meno di 1 miliardo.

Dallo studio risulta che, per le aziende prese in esame, l’evoluzione del fatturato rispetto al 2021 è stata rilevante e ha segnato una crescita del +14,7%, in linea con il dato relativo alla manifattura italiana cresciuta del +15,2% a prezzi correnti.

Se, nel 2022, era prevedibile un aumento dei ricavi, anche alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, non altrettanto scontata era la tenuta della redditività delle aziende.

Il risultato dell’analisi mette in luce che non solo il comparto elettromeccanico regionale ha accresciuto il livello aggregato del proprio Margine Operativo Lordo del +14,1%, superando la variazione del resto del manifatturiero regionale (+11,2%) e quella dell’elettromeccanica del resto d’Italia (+7%), ma ha segnato un miglioramento anche nella marginalità unitaria. L’EBITDA margin delle aziende dell’elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia si è rafforzato, infatti il valore mediano è passato nel 2022 al 10,7% rispetto al 10,1% del 2021, in controtendenza rispetto all’elettromeccanica del resto d’Italia. Risulta interessante notare che la crescita è diffusa a tutte le dimensioni aziendali e interessa soprattutto le micro e le piccole imprese. Questi risultati sono la conseguenza di molteplici fattori: è possibile che lo shock dei prezzi e le incertezze negli approvvigionamenti abbiano spinto le imprese a rivedere e a efficientare i propri processi produttivi interni, oppure un sostegno importante può essere giunto anche dai contributi governativi ottenuti per contrastare i rincari energetici; infine, un beneficio importante è frutto dell’autoproduzione di energia che ha confermato come la scelta di investire in rinnovabili sia stata vincente.

Governare l'incertezza: presente e futuro della Metalmeccanica FVG

A completamento dei dati analizzati da Area Science Park e dalla Direzione Studi di Intesa San Paolo, l’instant poll condotto dai dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine su un campione di quasi cento imprese regionali operanti nel settore della metalmeccanica sul mercato nazionale e internazionale.

I due atenei hanno agito con il duplice obiettivo: il primo è ottenere un dato attuale sulle variazioni di fatturato a fine 2023 rispetto al 2024, e sulle aspettative per il prossimo anno, considerata la riduzione della domanda dopo un periodo positivo; il secondo scopo è comprendere come le imprese stanno affrontando le incertezze provenienti dal fronte economico, politico e sociale, ma anche quello tecnologico e ambientale.

Dalle interviste risulta che la maggioranza delle imprese ha un profilo pressoché evoluto, poiché sono attente all’innovazione e internazionalizzate e, per quanto non rappresentative di tutta la meccanica regionale dal punto di vista statistico, sono un campione interessante proprio perché potenzialmente più ricettivo rispetto alle sfide che l’attuale scenario globale propone.

La difficoltà a fare previsioni corrette è confermata dalla variazione che si registra sulle aspettative rispetto all’andamento del fatturato, infatti, aumento, stabilità e decremento dei ricavi quasi si equivalgono.

L’incertezza economica e politica è quella che, secondo gli intervistati, maggiormente condiziona l’operatività e le decisioni strategiche, mentre le incognite che riguardano lo scenario tecnologico e sociale non sembrano preoccupare gli imprenditori, anche se i più propensi all’innovazione affermano di sentire di più le pressioni di un paradigma tecnologico in cambiamento. Questo fattore, però, non sembra costituire un freno per il futuro. Infatti, uno degli effetti principali di questo quadro di incertezza, ancora più evidente proprio tra le imprese che investono in ricerca e sviluppo, è accelerare sui piani di innovazione di processo, prodotto e investimento in nuove tecnologie, strumento che rappresenta un potenziale contributo alla carenza di lavoratori, oltre che una leva per mantenere o accrescere la competitività.

Spiega il professor Guido Bortoluzzi del DEAMS - Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti” dell’Università di Trieste: “L’instant poll ci restituisce un quadro governato soprattutto dall’incertezza economica e politica. Un’incertezza che si traduce in difficoltà a fare previsioni affidabili sul fatturato. L’outlook per il 2024 appare comunque peggiore di quello del 2023 per una parte consistente del campione. Soffre di più l’incertezza chi è maggiormente esposto ai mercati internazionali per comprensibili ragioni. La componente di subfornitura del campione patisce di più una certa incertezza tecnologica, probabilmente derivante dalle richieste di integrazione in ecosistemi e piattaforme da parte delle imprese committenti”.

A conclusione dell’incontro è intervenuto Sergio Barel, Presidente di Cluster COMET.