Presentati i risultati dell'Osservatorio COMET sulla Metalmeccanica in FVG

09 Novembre, 2022

 La metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia è un comparto solido, propenso all’innovazione, con buone doti di resilienza e caratterizzato da una filiera interna mirata a sorreggere anche le piccole imprese. Le aziende del settore performano meglio del resto dell’Italia e godono di una buona liquidità che permetterà loro di affrontare con moderata serenità la crisi energetica. È quanto è emerso dal primo report dell’Osservatorio della Metalmeccanica FVG, presentato a Friuli Innovazione.

Ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, l’Osservatorio della Metalmeccanica FVG è unico nel suo genere. Esso infatti per la prima volta riunisce le banche dati di Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park che unisce in un’unica piattaforma le numerose fonti di dati che misurano i diversi indicatori del sistema economico regionale, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine e Intesa Sanpaolo, che hanno lavorato sinergicamente, mettendo in campo know-how e competenze, e hanno elaborato le informazioni di diverse fonti con l’obiettivo di scattare una fotografia nitida dell’attuale panorama produttivo regionale, per tracciare un percorso ragionato sul futuro del comparto, uno dei settori economico-produttivi che, grazie alla tecnologia, evolve più velocemente.

Ad aprire l’incontro, è intervenuto Sergio Emidio Bini, Assessore alle attività produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia: “Il settore della metalmeccanica rappresenta una fetta importante – e trainante – dell’economia del Friuli Venezia Giulia. La fotografia che emerge dallo studio curato dal Comet evidenzia un comparto solido dal punto di vista finanziario e in crescita, con le esportazioni in aumento di oltre il 14% rispetto all’anno scorso. Il dato più interessante riguarda la capacità delle imprese di depositare brevetti nazionali ed europei, a testimonianza di quanto la metalmeccanica regionale si propensa all’innovazione. Anche per questo, il settore ha saputo resistere alle ripercussioni della guerra e al caro energia, rendendo più efficiente e più flessibile la produzione. Un sentito grazie, dunque, agli imprenditori, che con coraggio e visione creano lavoro e sviluppo. La Regione non ha fatto mancare il proprio supporto, mettendo a disposizione risorse importanti per fronteggiare i rincari e favorendo l’accesso al credito agevolato. Continueremo a farlo, perché dalla nostra capacità di fare sistema dipende il futuro della crescita del Friuli Venezia Giulia”.

I RISULTATI DELL’OSSERVATORIO DELLA METALMECCANICA FVG

Un comparto propenso all’innovazione

Area Science Park ha mappato le più di 5000 aziende del comparto, fotografando un'immagine precisa del settore elettro-meccanico e delle filiere collegate. Tale attività è stata svolta grazie a Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park con i suoi partner, che ha consentito di sperimentare un nuovo approccio di raccolta, filtro, elaborazione e interrogazione dei dati sulle imprese del Friuli-Venezia Giulia, con focus particolare sulla propensione all’innovazione. Sono state quindi analizzate 5.162 imprese attive delle quali 2.416 rappresentate da società di capitale (47,8%) e per queste ultime si è studiata la capacità brevettuale e la propensione all’innovazione, un indicatore proprietario che identifica aziende che presentano oggettivi segnali di innovazione.

Ne risulta che per la metalmeccanica friulana, l’innovazione gioca un ruolo di rilievo, infatti sono 217 le imprese che dal 2011 al 2021 hanno depositato almeno un brevetto. Inoltre, emerge che il 23,1% delle imprese è oggettivamente propenso all’innovazione perché ha depositato almeno un brevetto nazionale o europeo, ha ottenuto almeno un finanziamento europeo nell’ambito dei Programmi Quadro FP7 e Horizon 2020, oppure un finanziamento dalla Regione FVG per ricerca, sviluppo, innovazione, brevettazione, industrializzazione o, ancora, è una start-up o una PMI innovativa.

A illustrare i dati, è intervenuto, per Area Science Park, Enrico Longato: “Studiare i dati relativi alle imprese del settore della metalmeccanica FVG assieme ad attori protagonisti del territorio, come il COMET, le Università e Intesa Sanpaolo è una grande opportunità che abbiamo avuto collaborando a questo studio, dal quale emerge una fotografia molto interessante del comparto della metalmeccanica FVG, famiglia di imprese importante da monitorare in quanto rappresentano il 54,4% della manifattura della nostra regione”.

Dalla solidità economica una buona base per affrontare la crisi energetica

L’analisi dei dati di bilancio è stata svolta da Intesa Sanpaolo che si è avvalsa di ISID, il database interno alla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che associa ad ogni impresa variabili economico-finanziarie tratte dai bilanci di esercizio e informazioni sulle strategie aziendali, come l’operatività e la presenza all’estero con filiali produttive e/o commerciali, l’innovazione misurata dai brevetti depositati allo European Patent Office, l’attenzione al rispetto di standard qualitativi e ambientali nella gestione e nell’organizzazione dei processi produttivi e la creazione di marchi aziendali attraverso la richiesta di protezione sui mercati internazionali.

Dall’analisi dei 62.751 bilanci di imprese manifatturiere italiane è emersa una dinamica dell’elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia migliore rispetto al resto del manifatturiero della regione (+9,8% vs +7,9% la variazione del fatturato tra il 2019 e il 2021).

Si tratta di una crescita diffusa, con punte del +23,3% per le imprese costituite dopo il 2016. La situazione è positiva anche sul fronte reddituale, dove spiccano le performance delle imprese di minori dimensioni (con meno di 10 milioni di euro di fatturato): tra il 2019 e il 2021 l’EBITDA margin è salito al 10% tra le imprese dell’elettromeccanica friulana (dal 9,3%), due punti percentuali in più rispetto al resto del manifatturiero della regione e poco sopra rispetto allo stesso settore nel resto d’Italia.

Inoltre, si è verificato un aumento della liquidità e del grado di patrimonializzazione, una condizione che consentirà alle imprese del territorio di affrontare la crisi energetica in corso con una solidità finanziaria e patrimoniale migliore, rispetto solo a qualche anno fa.

L’export e la flessibilità trainano la crescita

Il buon andamento dell’elettromeccanica regionale è proseguito nel primo semestre del 2022 anche grazie alle esportazioni in salita del 14,1% rispetto allo stesso periodo del 2021: in evidenza i prodotti in metallo (+26,6%) e la  meccanica (+12,2%), che hanno mostrato un andamento migliore rispetto al dato nazionale, spinte dal traino di Qatar, Germania, Messico e Francia.

Nei prossimi mesi è atteso un rallentamento degli scambi commerciali che avrà riflessi anche sull’evoluzione delle esportazioni regionali della metalmeccanica. In questo contesto il manifatturiero italiano e friulano potrebbe mostrarsi più resiliente rispetto ai competitor europei, grazie a una propensione maggiore a diversificare prodotti e mercati che già nel recente passato è stata premiante per la competitività internazionale.

“Nello scenario del manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, l’industria elettromeccanica ha mostrato una crescita diffusa, evidente sia dai bilanci aziendali, sia dalla dinamica recente dell’export, che è stata superiore al resto d’Italia – commenta Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo - Flessibilità e tempi di inserimento dei nuovi prodotti sul mercato sono le leve su cui dovranno puntare le imprese del territorio per continuare a essere competitive anche sui mercati internazionali.”

Le aziende contrastano l’aumento dei costi con l’efficientamento della produzione

Compito assegnato da COMET ai dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine è stato quello di sviluppare e condurre un instant poll su un campione di quasi cento imprese e analizzare la condizione del comparto. Il team dei due atenei regionali ha chiesto agli intervistati di comparare le aspettative sull’andamento del fatturato 2022 ad inizio anno con quelle attuali, quando solo dopo pochi mesi lo scenario politico ed economico è decisamente cambiato. Mentre un’impresa su quattro ha confermato le aspettative di crescita di inizio anno, emerge una sostanziale compensazione tra chi sostiene che le cose stanno andando meglio del previsto e chi invece dice che stanno andando peggio.

Se si guarda alle previsioni di andamento del fatturato fatte dalle imprese a gennaio 2022, esse erano sostanzialmente positive e, in media, si attestavano su un +14% complessivo. La situazione ad oggi è sostanzialmente simile in termini percentuali, ma, come detto, con forti differenze da azienda ad azienda. Dobbiamo poi considerare che l'aumento dei costi di produzione previsto per il 2022 sarà ben più elevato (+25% il dato medio) e si tradurrà su una più che probabile compressione dei margini aziendali.

Afferma il professor Guido Bortoluzzi di UniTs: “Le aziende del Cluster COMET stanno reagendo soprattutto efficientando la produzione laddove possibile ed installando (o progettando di farlo) impianti fotovoltaici. Solo un quarto delle imprese riesce a scaricare gli incrementi subiti sui listini. Come vedono il futuro? Se ci si riferisce al mercato, le previsioni sono pessime per più del 50% dei rispondenti. Ma se si guarda alla capacità dell’impresa di resistere alla situazione difficile,  il quadro migliora notevolmente. Ed un terzo dei rispondenti riesce anche ad essere ottimista sul prossimo futuro dell’impresa. Un ottimismo che si collega probabilmente anche al fatto che le aziende sono già riuscite a reagire bene alla crisi della pandemia, come mostrano i dati di bilancio 2021".

“Dall’instant poll condotto con le aziende del comparto emerge una situazione polarizzata – spiega la professoressa Maria Chiarvesio di UniUd - Appena un quarto delle imprese rispondenti ha confermato ad oggi le previsioni di crescita formulate ad inizio anno. Ma la cosa interessante è che il resto dei rispondenti si divide esattamente a metà tra chi è andato peggio e chi meglio delle aspettative. Sicuramente la pressione esercitata dall’aumento dei costi di produzione è alta per tutti, una pressione che va da un +10 a un +30% per la maggior parte delle  imprese e che genera relative ricadute sui margini aziendali.”

La parola alle imprese

Alla presentazione dei dati dell’Osservatorio che dà voce alle aziende della metalmeccanica regionale, non poteva certo mancare la testimonianza degli imprenditori che essi hanno espresso durante una tavola rotonda a essi dedicata.

Secondo Alessandra Sangoi, CEO dell’omonima azienda impegnata nella produzione di nastri, lamiere e bandelle di acciaio al carbonio: “La strada è decisamente in salita ma dobbiamo reagire con fiducia e impegno. Gli ultimi due anni sono stati turbolenti, siamo passati dalle preoccupazioni per il rallentamento nei primi mesi del 2020 alla ripresa veloce del 2021 per poi ritrovarci, oggi, nuovamente frenati dalla situazione geopolitica e dalla recessione che sicuramente dovremo affrontare nei prossimi mesi. Dobbiamo abituarci a lavorare facendo previsioni e programmi a breve termine. Questi momenti altalenanti fanno emergere le insicurezze di noi imprenditori ma anche dei nostri collaboratori. Chi guida le aziende deve dare il buon esempio e dimostrare ottimismo. Non dobbiamo perdere la fiducia e non possiamo arrenderci.”

Interviene quindi Paolo Schneider Savio, co-direttore generale di MEP Group, leader nella produzione di attrezzature per la lavorazione del tondo per cemento armato e nella tecnologia di saldatura: “Nonostante i molteplici ostacoli degli ultimi anni, abbiamo raggiunto risultati soddisfacenti e prevediamo di proseguire il trend di crescita trasversalmente a tutti i mercati in cui operiamo. Queste performance sono frutto anche di una politica di approvvigionamento materiali e di una gestione del magazzino strategiche, che ci hanno permesso di mantenere la nostra competitività. Dopo un periodo di assenza dovuto alla situazione contingente, abbiamo di recente partecipato alla fiera internazionale Bauma, dove abbiamo respirato un’atmosfera di positività,  fiducia e volontà di investire. La carenza di personale qualificato continua a essere una spina nel fianco per il settore, un tema che riusciamo a risolvere in parte grazie a MEP Business School, il nostro avanzato programma di formazione.”

Spiega Paolo De Col, general manager di Siap, azienda produttrice di componenti meccaniche: “Dopo la pandemia, i volumi sono eccezionali, complice soprattutto il fenomeno di reshoring che permette all’Europa di diventare nuovamente protagonista del panorama produttivo, un contesto in cui l’Italia emerge per competitività. Dobbiamo però confrontarci con la mancanza di personale qualificato che stiamo contrastando con la creazione di ambienti di lavoro confortevoli, l’organizzazione delle attività su tre turni con orari che permettono di coniugare l’ambito personale e professionale e soprattutto con l’implementazione di isole robotizzate che hanno radicalmente modificato il ruolo dell’operaio che è diventato un tecnico capace di governare robot all’avanguardia. Inoltre, collaboriamo con le scuole attraverso donazioni di macchinari, organizziamo corsi pre assuntivi insieme alle agenzie per il lavoro e organizziamo stage e visite in azienda. Facciamo tutto ciò per rendere più appetibili le nostre aziende per i lavoratori.”

A conclusione dell’incontro è intervenuto Sergio Barel, Presidente di Cluster COMET: “Crediamo fortemente in questo Osservatorio che mette al centro gli imprenditori, che stanno vivendo in prima persona le complessità di questo periodo. La capacità di dialogare con essi è nel DNA di COMET ed è fondamentale perché ci consente di affiancarli con progetti  sempre in linea con le loro esigenze. La metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia ha dimostrato doti di dinamicità nell’affrontare la pandemia e i dati ci confermano un sostanziale recupero di redditività e di liquidità. In periodi di incertezza come il presente, ci chiediamo se dobbiamo puntare sulla flessibilità e sulla velocità delle piccole imprese, o prediligere la strutturazione delle grandi. La risposta arriva dalla ridefinizione delle filiere internazionali che è in atto, un’occasione che dobbiamo cogliere presentandoci sul mercato tutti insieme, per abbattere il gap tra grandi e piccoli, creando una filiera in cui i grandi fungeranno da snodo attraverso cui distribuire il know-how acquisito con l’innovazione alle imprese più piccole, che diventeranno così elementi chiave per le filiere. Dobbiamo sempre di più impegnarci per lavorare insieme, e insieme dobbiamo promuovere la crescita delle persone.”