Premio Roche a Sara Marceglia

22 Febbraio, 2018

Premio Roche per 8 ricercatori e ricercatrici indipendenti under 40.

La ricercatrice Sara Marceglia, dell’Università di Trieste, è fra gli otto premiati.

Il 20 febbraio scorso, presso la sede di Monza di Roche Italia, sono stati premiati i vincitori provenienti da tre aree di ricerca:

Oncologia: Giulia Bertolini, Silvia Pesce, Giulia Siravegna, Michela Lupia, Davide Ferraris;

– Neuroscienze: Flavie Strapazzon, Sara Marceglia;

– Ematologia: Teresa Calimeri.

Si può dire che in questa rosa di ricercatori sia rappresentata tutta l’Italia, da Catanzaro a Milano passando per Torino, Genova e Trieste.

Sara Merceglia: Ingegnere, professore Associato di Bioingegneria e Informatica Medica all’Università di Trieste. Il suo obiettivo è migliorare il trattamento dei malati gravi di Parkinson con la stimolazione cerebrale profonda. Ha messo a punto un dispositivo di nuova generazione per una stimolazione “su misura”, che si attiva a seconda delle necessità. Il suo progetto andrà a misurare la differenza in termini di infiammazione e stress ossidativo del nuovo sistema rispetto a quello tradizionale.

L’innovazione è la risposta alle domande urgenti che poniamo quando un problema minaccia lo status quo o la nostra evoluzione. Non c’è innovazione se non c’è un problema da risolvere. La ricerca scientifica e tecnologica è solo una delle facce di questa poliedrica medaglia, ma attualmente si trova sotto minaccia: dal biennale rapporto OCSE 2016 risulta che le spese dei governi in ricerca e sviluppo sono crollate per la prima volta dal 1981, anno a partire dal quale sono stati raccolti i dati. In Italia sappiamo che la questione è annosa e il precariato e la mancanza di fondi sono la causa per cui i ricercatori preferiscono l’estero.

Le iniziative private restano un importante sostegno per permettere la continuità dello studio nei laboratori del nostro Paese. Soprattutto quando si propongono di finanziare la ricerca indipendente, senza interferire con evidenti conflitti di interesse che possono sorgere quando, ad esempio, una casa farmaceutica sostiene la ricerca farmacologica.

Il bando Roche per la Ricerca, nel 2017 alla sua seconda edizione, è un’opportunità decisamente rara per chi ha scelto di fare della ricerca un mestiere.

Con queste parole Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche, ha presentato il bando: “Sosteniamo la ricerca scientifica nella sua forma più ambiziosa e indipendente, con l’obiettivo di incoraggiare i giovani e promuovere le idee e i progetti che plasmeranno la medicina di domani”. Roche ha messo a disposizione un totale di 800.000 euro per finanziare 8 ricercatori con progetti relativi alla medicina di precisione e ad approcci farmacologici personalizzati. La garanzia di indipendenza è data, oltre che dai criteri di ammissione, dal fatto che Roche rinuncia a qualsiasi diritto sui risultati delle ricerche dei progetti vincitori.

Altro interessante criterio di ammissione al bando era che il responsabile del progetto di ricerca avesse un’età uguale o inferiore a 40 anni, sottolineando l’attenzione verso i giovani ricercatori. Il fatto che ben sette degli otto vincitori siano donne, è un dato casuale, come sottolineato da Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche Italia: “La valutazione dei progetti di ricerca avviene in maniera anonima attraverso l’ente indipendente GIMBE. Siamo comunque molto soddisfatti di poter supportare giovani donne impegnate nella ricerca scientifica”.

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