È online il VI contributo dedicato alla promozione dei risultati della ricerca dei nostri dottorandi.
Simone Boccardi, Corso di Dottorato in Scienze dell'Antichità (interateneo Università di Trieste – Udine – Venezia)
Il nostro dottorando, nel suo articolo “Risparmiare il buon denarius per non farsi travolgere dall’inflazione o dalla svalutazione: tesori di moneta d’argento a Roma alla fine del II secolo" ci porta a scoprire la potenzialità documentale delle monete antiche, specialmente i gruzzoli o tesori interrati e mai più recuperati, per ricostruire e meglio conoscere specialmente l’economia e il ruolo della moneta, in questo caso nell’impero romano.
Una mole enorme di reperti monetali sono un vero tesoro in gran parte inesplorato e una miniera per gli studiosi del mondo antico che sono alla ricerca di dati concreti per meglio definire le dinamiche economiche su basi quantitative, specialmente per la storia di Roma.
A titolo esplicativo: criteri di peso e di qualità di metallo possono identificare un tesaurizzatore attento e avvezzo nell’uso del denaro, così come l’accumulo di un determinato numerario rispetto a un altro può essere assimilabile a una tesaurizzazione di moneta “buona” per difendere i propri interessi nel corso di una crisi economica che vedeva una progressiva svalutazione del denaro, oppure identificare un accumulo di emergenza, riflesso dell’instabilità politico-militare che minava la sicurezza dell’Impero e dei suoi cittadini.
Il progetto di dottorato qui illustrato, si prefigge di documentare, analizzare e studiare il contenuto di alcuni importanti ripostigli romano-imperiali di III sec. d.C. di moneta argentea conservati nel Medagliere del Museo Nazionale Romano, per un totale di ca. 6.400 monete. Obbiettivi dell’indagine sono l’analisi delle testimonianze numismatiche occultate in un determinato frangente per dedurre informazioni storiche, politiche ed economiche così da restituirle alla nostra conoscenza dopo la lunga giacenza nel terreno.