Partecipazione di UniTs nel calcolo della quantità di luce emessa da tutte le stelle dell’Universo

03 Dicembre, 2018

Il team internazionale della “Collaborazione Fermi- LAT” guidato dall’astrofisico italiano Marco Ajello ha calcolato che le stelle, da poco dopo il Big Bang al momento della misurazione, hanno prodotto 4×10 84 fotoni, un numero pazzesco composto da un 4 seguito da 84 zeri. Per ottenerlo gli scienziati hanno analizzato le potentissime sorgenti di raggi gamma chiamate blazar.

A elaborare questo calcolo è stato un nutrito team di ricerca coordinato dall'astrofisico italiano Marco Ajello della Clemson University (Stati Uniti).  Sono stati coinvolti atenei e istituti di ricerca italiani fra i quali l'Università di Trieste, Dipartimento di Fisica, ed in particolare il gruppo di ricerca guidato dal prof. Francesco Longo.

Ma come hanno fatto a misurare la quantità di luce emessa dalle stelle sin dal Big Bang?

Gli scienziati per raggiungere l'obiettivo hanno utilizzato i dati raccolti nel corso di nove anni dal Telescopio spaziale per raggi gamma Fermi (Fermi Gamma-ray LAT - Large Area Space Telescope) della NASA, un sofisticato strumento alla cui costruzione hanno contribuito l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'INFN e l'INAF.

Il LAT equipaggiato sul Fermi è stato sfruttato per analizzare la luce emessa da oltre 700 blazar, potentissime sorgenti energetiche di raggi gamma associate ai buchi neri supermassicci, dalle quali gli scienziati possono determinare tutta la radiazione accumulata nell'Universo e legata alle stelle, chiamata extragalactic background light (EBL – luce di fondo extragalattica). Per ottenere la spaventosa cifra a 84 zeri Ajello e colleghi hanno impiegato tre anni, anche perché sono stati necessari sofisticati calcoli per sottrarre dal valore atteso la luce proveniente da altre fonti.

L'Universo non iniziò a produrre luce subito dopo il Big Bang, ma trascorsero circa 500 milioni di anni, quando ebbe inizio l'Epoca della Reionizzazione. In parole semplici, all'inizio l'Universo era oscuro, poi qualche fenomeno fece ionizzare l'idrogeno e la luce delle stelle iniziò a spezzare il "velo di tenebre" che lo avvolgeva. I dettagli dell'affascinante studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.  La notizia è stata, inoltre, ripresa da vari siti web di comunicazione scientifica.