Numero speciale di "Prospero" per l’ottantesimo compleanno di Claudio Magris germanista

10 Aprile, 2020

Prospero. Rivista di letterature e culture straniere | Numero speciale XXIV/2019

A cura di Maria Carolina Foi, Maurizio Pirro, Marco Rispoli

Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna, la stupefacente tesi di laurea pubblicata nel 1963 e destinata a diventare uno dei classici della critica letteraria italiana del Novecento, rappresenta l’inizio del percorso intellettuale e letterario di Claudio Magris: un percorso straordinariamente ricco e variegato che dura fino a oggi e che ha saputo esprimersi attraverso un’amplissima gamma di generi, di forme e delle loro combinazioni, fino a diventare così un caso eminente di tanta scrittura della contemporaneità, una figura autoriale plurima, in cui convivono non solo il germanista, lo studioso, il critico letterario, ma anche il pubblicista, il narratore, il traduttore, il drammaturgo.

Questo numero speciale di «Prospero XXIV/2019» concentra lo sguardo su un tratto preciso di tale percorso e individua una cornice di saggi, esemplare dell’opera del Magris germanista: oltre a Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963), Wilhelm Heinse (1968), Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971), Trieste. Un’identità di frontiera (1982), L’anello di Clarisse (1984), per arrivare fino a Danubio (1986).

Dedicato al suo compleanno tondo e animato dall’intento di sondare oggi le reazioni di studiosi più giovani, italiani e stranieri, «Prospero XXIV/2019» presenta la originale riflessione retrospettiva della generazione di coloro che si sono affacciati alla ricerca proprio negli anni segnati dalla riscoperta/reinvenzione del ‘mito absburgico’ e suggerisce nuove inaspettate prospettive per indagini future.

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