L'influenza dei fattori di rischio cardiovascolare sulla frequenza cardiaca circadiana: su PLOS One uno studio UniTS

22 Settembre, 2021

Un gruppo di ricerca tutto targato UniTS, composto dal prof. Agostino Accardo e dai dottori di ricerca Giulia Silveri, Milos Ajčević e Aleksandar Miladinovic (Dipartimento di Ingegneria e Architettura) e dal prof. Lorenzo Pascazio (Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute) è autore dello studio intitolato Influence of smoking and other cardiovascular risk factors on heart rate circadian rhythm in normotensive and hypertensive subjects,pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica PLOS One.

Il team, che comprende ingegneri biomedici e un medico internista, ha analizzato l'influenza del fumo, dell'obesità e dei livelli elevati di colesterolo e trigliceridi sul ritmo giornaliero della frequenza cardiaca in gruppi di soggetti normotesi e ipertesi che presentavano solo uno di questi fattori di rischio.

Ciò che lo studio evidenzia è un particolare comportamento circadiano della frequenza cardiaca (HR) suddividibile in tre periodi (piuttosto che nei due finora utilizzati) caratterizzati da variazioni quasi-lineari dell'HR nel tempo che presentavano diversa velocità di variazione che dal punto di vista clinico potrebbe essere utilizzata sia per stimare l'aumento della HR nelle prime ore della giornata, associato ad effetti cardiovascolari acuti al risveglio, sia per valutare la diminuzione dell'HR durante la notte, associata alla capacità di predire eventi cardiovascolari.

Inoltre, si sottolinea che il fumo aumenta e la dislipidemia diminuisce i valori medi dell'HR dalle 10:00 alle 04:00, sia nei soggetti normotesi che ipertesi rispetto ai soggetti senza fattori di rischio.

In questo intervallo di tempo i soggetti obesi e ipertesi hanno mostrato valori più elevati mentre quelli normotesi hanno presentato valori abbastanza simili rispetto ai soggetti senza fattori di rischio.

Durante il risveglio (05:00-10:00) le pendenze erano simili tra tutti i gruppi senza differenze significative tra i valori medi di HR.

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