La scienza aperta tra editoria e valutazione

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Da  27/10/201628/10/2016

Il 29 ottobre 2006 EUT Edizioni Università di Trieste presentò pubblicamente un piano editoriale e un assetto organizzativo completamente rinnovati, scegliendo il Caffè San Marco come un affabile “spazio di transizione” e di prossimità tra comunità accademica e cittadinanza. A dieci anni esatti di distanza, con un catalogo a stampa arricchitosi di oltre 400 titoli e un archivio digitale tra i più cospicui nel contesto dell’editoria universitaria italiana, EUT ritorna presso lo stesso Caffè per festeggiare un rotondo anniversario che si apre su un nuovo ciclo altrettanto impegnativo quanto quello trascorso. Coerentemente con un impegno assunto e mantenuto a diffondere senza barriere i risultati della ricerca scientifica, EUT ha voluto valicare il proprio traguardo decennale ospitando il secondo convegno dell’AISA (Associazione italiana per la promozione della scienza aperta) dedicato alla “Scienza aperta tra editoria e valutazione” che si terrà a Trieste, presso la Residenza Universitaria ex Ospedale Militare, Sala Cappella, in Via Fabio Severo 40, il 27 e 28 ottobre.

Accesso aperto, editoria elettronica e valutazione della ricerca
In questo incontro presso l’università di Trieste si riprende idealmente il filo della conversazione avviata a Pisa, nel primo convegno annuale del 2015, mettendo al centro della riflessione due aspetti della dimensione istituzionale della scienza aperta: l’editoria e la valutazione. Anche in questo caso, occorre avviare il confronto concentrando l’attenzione su alcuni rischi che possono distorcere il processo di apertura. Sul piano dell’editoria, almeno due: in primo luogo, l’incapacità di cogliere appieno le potenzialità della rivoluzione digitale, finendo per intendere l’Open Access solo come un rinnovamento di facciata dei vecchi meccanismi editoriali, in secondo luogo, la possibilità che nella vagheggiata riconversione – tanto di moda nelle discussioni attuali sul tema –  del modello tradizionale basato sul pagamento da parte del lettore, in altri modelli commerciali (innanzitutto, il pagamento da parte dell’autore o della sua istituzione di appartenenza)  si ricreino sotto mentite spoglie gli oligopoli della scienza che l’accesso aperto avrebbe voluto distruggere.

Anche sul piano della valutazione, i rischi sono almeno due: da una parte, i processi di valutazione istituzionale potrebbero semplicemente ignorare la scienza aperta; dall’altra, la valutazione – per i lineamenti che assunto in Italia – minaccia di fagocitare la scienza aperta rendendo attuale il pericolo che era stato denunciato nel primo convegno annuale dell’AISA.

Il convegno triestino offre inoltre la possibilità di discutere la proposta di modifica alla legge italiana sul diritto d’autore elaborata dall’AISA, che è volta a conferire agli autori di pubblicazioni scientifiche il diritto di ripubblicare e comunicare al pubblico, ad accesso aperto, le proprie opere. Ispirandosi alle più avanzate normative tedesche, olandesi e francesi, l’AISA intende sollecitare i decisori istituzionali a muovere verso un reale ripensamento del quadro giuridico della proprietà intellettuale e del diritto d’autore che estenda la libertà scientifica e accademica e ponga le basi per un contesto normativo favorevole alla scienza aperta. In questo modo, l’AISA vuole offrire testimonianza di un impegno che non si arresta alla riflessione teorica, ma si avvale dell’uso pubblico della ragione per promuovere azioni concrete.

Come lo scorso anno, il convegno è uno degli eventi della Settimana internazionale dell’Open access

L'iscrizione al convegno è gratuita.

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