Geoswim 2018 in Argentario

08 Agosto, 2018

I ricercatori di Geoswim sono di nuovo in mare per un’altra campagna di mappatura delle coste italiane. Quest’anno è la volta dell'Argentario in Toscana, che stanno monitorando con maschera e pinne, spingendo a nuoto un piccolo laboratorio galleggiante.

Nato nel 2012, il progetto scientifico è condotto da Enea e Università di Trieste per mappare i 23 mila chilometri di costa rocciosa del Mediterraneo con l’obiettivo di studiare le variazioni del livello del mare.

Il piccolo laboratorio portatile è dotato di telecamere, sonar e sonda per le analisi chimico-fisiche. Esplorare la costa da vicino permette ai ricercatori di osservare quello che satelliti e imbarcazioni non riescono a vedere, rivelando le variazioni della costa, i meccanismi di erosione costiera e formazione di grotte marine e individuando la presenza di sorgenti d’acqua dolce.

«Il nostro metodo prevede lo studio di tutte le forme costiere: dalle grotte, che forniscono dati sulle variazioni storiche della costa e del livello del mare, ai solchi marini, fino alle cavità della roccia. Inoltre l'indagine prevede la raccolta di dati come temperatura e conducibilità, nonché l’analisi dei meccanismi di erosione e  formazione dei solchi marini, che vengono anche georeferenziati, vale a dire abbinati a una precisa posizione geografica», spiega il responsabile del progetto Geoswim Stefano Furlani, geomorfologo dell’Università di Trieste.

Dopo la circumnavigazione dell’Argentario, questa edizione di Geoswim prevede anche l’esplorazione del vicino promontorio di Ansedonia.

Alla spedizione in Argentario partecipano Fabrizio Antonioli (ENEA), Stefano Furlan (Università di Trieste), Valeria Vaccher, Federica Muro (Università di Trieste), Marco Taviani (CNR ISMAR), Silas Dean (Università di Pisa) ed Eleonora De Sabata (Medshark).

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