Docenti UniTS in uno studio internazionale che crea nuove prospettive per il trattamento della candidosi

07 Dicembre, 2023

 

Manola Comar e Francesco De Seta, docenti del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell'Università di Trieste, sono tra gli autori di un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine dal titolo Zinc prevents vaginal candidiasis by inhibiting expression of an inflammatory fungal protein.

Lo studio internazionale, condotto dal Centre for Medical Mycology dell’Università di Exeter (Gran Bretagna) in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Trieste, l’Irccs Materno Infantile “Burlo-Garofolo” e l'Università di Debrecen (Ungheria), individua nello zinco un nuovo sorprendente trattamento per la candidosi vulvovaginale.

I risultati della ricerca offrono interessanti prospettive per affrontare un'infezione che affligge almeno una volta nella vita tre quarti delle donne e in forma ricorrente circa 140 milioni di donne in tutto il mondo. In particolare quest'ultime possono avere un enorme impatto sulla qualità della vita, considerando che i farmaci antifungini attualmente esistenti non sono sempre efficaci anche a causa di una resistenza sempre più diffusa verso questi trattamenti.

Osservata speciale la Candida albicans, specie che causa la maggior parte delle infezioni: essa produce una molecola -Pra1 che, in assenza di zinco, innesca una risposta infiammatoria responsabile di molti casi di candidosi vulvovaginale.

Il dottor Duncan Wilson del Centre for Medical Mycology dell’Università di Exeter, insieme alla professoressa Eva Pericolini dell’Università di Modena e Reggio Emilia, alla professoressa Manola Comar e al professor Francesco De Seta dell’Università di Trieste-Irccs Burlo Garofolo affermano: «La nostra scoperta sullo zinco è molto entusiasmante, perché suggerisce che il semplice trattamento con zinco potrebbe bloccare la produzione della molecola infiammatoria Pra1, ma non siamo ancora nella posizione di fornire raccomandazioni terapeutiche in questa fase. Abbiamo bisogno di studi su scala più ampia per confermare l’effetto».

Negli esperimenti di laboratorio, il gruppo di ricerca ha scoperto che la manipolazione dei geni, in modo che la Candida albicans non produca Pra1, previene l’infiammazione. L’applicazione di livelli relativamente bassi di zinco nei topi blocca la produzione di Pra1 e previene l’infiammazione, che causa dei sintomi più irritanti della candidosi vaginale.

Nel corso dello studio sono anche state reclutate donne con infezioni vaginali ricorrenti (almeno una ogni tre mesi) che hanno applicato una crema contenente una piccola quantità di zinco ogni sera per due settimane e poi due volte a settimana. Nel novanta per cento dei casi non si sono manifestate reinfezioni nel corso dei tre mesi di osservazione.