Broker della ricerca: concluso il primo anno di attività

16 Dicembre, 2016

Si è recentemente concluso il primo anno di attività delle tre Broker della Ricerca che l’Università di Trieste ha assunto, grazie al finanziamento della Fondazione CRTrieste, per lo sviluppo del Modello Trieste.

Il Modello Trieste ha l’obiettivo di facilitare l’accesso ai finanziamenti per la ricerca attraverso una serie di azioni che partono dalla correlazione tra le  competenze dei ricercatori e le opportunità offerte dai programmi nazionali ed internazionali ed è parte della strategia di promozione e sviluppo della ricerca dell’Università degli Studi di Trieste.

Tale strategia prevede una serie di iniziative volte a fornire supporto ai docenti e ai ricercatori nella fase di progettazione, gestione amministrativa, contabile e di rendicontazione.
 
Il Modello Trieste prevede, oltre a queste attività di supporto in fase di stesura dei progetti, anche un intervento di sostegno nella fase precedente, ossia quella di analisi delle idee progettuali e delle competenze dei ricercatori per correlarle a Programmi di finanziamento Europeo (in primis Horizon 2020), ma anche ad altri programmi di investimento e alla domanda proveniente dalle imprese.
 
Sara Cantone, Sara Mazzucco e Laura Simonin, selezionate in base alla loro formazione specifica in settori strategici, sono state assegnate ai tre macro-settori ERC della Scienza e Tecnologia (PE), delle Scienze della Vita (LS) e delle Scienze Sociali e Umanistiche (SSH) e forniscono supporto a una comunità di circa 2000 ricercatori che svolgono attività scientifica in 10 Dipartimenti.
 
Nel corso del primo anno, la loro azione si è concentrata sulla ricognizione delle competenze all’interno dell’Ateneo, sull’analisi dei diversi Programmi di finanziamento a livello Europeo, nazionale e Regionale, sull’implementazione di connessioni con le realtà del territorio e sulla creazione di strumenti ad hoc per ottimizzare il collegamento tra le competenze che  l’Ateneo può offrire e la domanda esterna.

I risultati di questa attività sono tangibili e possono essere misurati a partire dal notevole incremento della partecipazione dei ricercatori ai bandi competitivi del 2016 e a reti di ricerca e cluster in ambito nazionale ed internazionale.

La risposta della comunità accademica ha evidenziato come questo servizio si renda necessario nel medio e lungo termine per ottimizzare gli investimenti già fatti ed estendere le opportunità di accesso a nuove risorse per la ricerca. L’auspicio, quindi, è che questo servizio possa diventare uno strumento consolidato a disposizione di tutti i ricercatori del nostro ateneo.