Avanzata ricerca del prof. Paolo Fattorini. Identificazione vittime del naufragio di Lampedusa

17 Ottobre, 2019

L’Università di Trieste sta partecipando all’identificazione delle vittime del principale naufragio di Lampedusa, attraverso una ricerca complessa ed innovativa portata avanti da un gruppo di ricerca nazionale cui partecipa significativamente il prof. Paolo Fattorini, docente di Medicina Legale del nostro Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute.

Nell’articolo pubblicato sulla rivista “Forensic Science International Genetics” vengono descritti i risultati ottenuti dall’analisi genetico-comparativa eseguita sul DNA delle vittime del naufragio di Lampedusa avvenuto il 3 ottobre 2013.

In tale occasione, un barcone carico di circa 500 migranti (originari dell’Eritrea, Somalia ed Etiopia) salpati dalla Libia affondò presso le coste di Lampedusa. 155 naufraghi vennero tratti in salvo mentre 366 corpi vennero complessivamente recuperati nei giorni a seguire. Tale naufragio è tristemente ricordato come una delle peggiori disgrazie che ha segnato i fenomeni migratori e fu proprio in tale occasione che venne seguito –per la prima volta- un protocollo medico legale atto a garantire l’identificazione delle vittime in disastri di massa (Disaster Victim Identification).

Per tale motivo, su tutti cadaveri venne eseguita l’ispezione esterna con rilievi fotografici nonché prelievi per le analisi del DNA (queste ultime vennero successivamente eseguite dalla Polizia Scientifica di Palermo). In assenza di campioni di riferimento, tuttavia, i dati genetici dei 366 corpi erano privi di valore. Subito dopo, quindi, il Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse autorizzò la raccolta di campioni di DNA dei parenti delle vittime.

Il gruppo di lavoro, quindi, coordinato dalla Prof. Cristina Cattaneo di Milano e dal Prof. Carlo Previderè di Pavia, ha analizzato i 52 campioni di DNA che sono stati raccolti dai parenti delle persone scomparse in questo naufragio e li ha successivamente comparati con ciascuno dei campioni delle vittime recuperate. Risolte alcune importanti difficoltà dovute all’ assenza di database genetici relativi alla regione sub-sahariana nonché alla necessità di analizzare una moltitudine di dati, i risultati hanno comunque portato all’identificazione di 40 vittime.

I risultati di tale attività sono stati recentemente accettati dalla rivista Forensic Science International: Genetics (Bertoglio B. et, al., Disaster victim identification by kinship analysis: the Lampedusa October 3rd, 2013 shipwreck) che li ha resi già disponibili sul suo sito https://doi.org/10.1016/j.fsigen.2019.102156.

L’esperienza acquista nell’ambito di questo lavoro è sicuramente preziosa in quanto permette di meglio gestire situazioni analoghe, quali il naufragio del 18 aprile 2015 nel corso del quale morirono quasi 1.000 persone.

Per info:  Prof. Paolo Fattorini

fattorin@units.it

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