Realizzare le figure sullo stesso libro del poema, proprio come facevano i miniaturisti quando Dante Alighieri scriveva i suoi versi: così Francesco Carbone ha illustrato l’intera Commedia. L’opera del pittore, incisore e saggista è racchiusa nella mostra "Innocenze – la Commedia di Dante" che verrà inaugurata giovedì 18 gennaio 2024 alle 17.30 alla Sala Xenia, (Trieste, Riva III Novembre, 7). Ad introdurre l’incontro sarà Antonia Blasina Miseri, presidente del comitato di Gorizia della Società Dante Alighieri, mentre la presentazione sarà a cura della giornalista Francesca Schillaci. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 28 gennaio 2024 (con orario 10-12, 16-18).
Nell'ambito della mostra, si svolgeranno alcuni incontri di approfondimento sulla Commedia di Dante con docenti dell'Università di Trieste.
Il secondo incontro si svolgerà mercoledì 24 gennaio 2024, alle ore 17.30, con la docente Tiziana Piras dell'Università degli Studi di Trieste, che parlerà di "Dante tra le stelle. Astronomia e Astrologia nella Commedia di Dante".
Innocenze gode del patrocinio delle Università degli Studi di Trieste e di Pola, ed è stata realizzata grazie al contributo della Società Dante Alighieri e dell’associazione culturale Il Ponte rosso.
In Innocenze, Francesco Carbone, a differenza dei miniaturisti che realizzavano le figure ai margini del testo, dà vita a forme che quasi sempre esondano, occupando a volte l’intera pagina, creando un tutt’uno in cui parole e disegno s’intrecciano. Le pagine, come fossero le matrici di un incisore, sono state poi rielaborate digitalmente e stampate. Si ritrovano così unite tecniche antiche e attuali: l’esito è una lunga traccia di una delle possibili esperienze della lettura – sempre avventurosa – della Commedia. Le “figure-testo” sono alternate a variazioni sulla Crocifissione. Il sacrificio del Cristo, il sacrificio dell’Innocente, è per Dante la condizione che concede all’uomo (l’uomo che per Ezra Pound è ogni uomo) la salvezza dalla Selva Oscura. E la tragedia delle innocenze oltraggiate è il controcanto scuro di ogni tempo, di ogni luogo.