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Universita' degli studi di Trieste  

"PETRARCA A TRIESTE

Gabriella Parodi Travaglia

PETRARCA A TRIESTE. La Raccolta Petrarchesco‑Piccolominea della “Biblioteca Civica di Trieste”: un anno di lavoro al Liceo Linguistico Europeo “Vittorio Bachelet

 

 

 

Dal progetto al CD-Rom

La presentazione di “Petrarca a Trieste: La Raccolta Petrarchesco-Piccolominea della Biblioteca Civica di Trieste”, ipertesto multimediale realizzato dal Liceo Linguistico Europeo “Vittorio Bachelet” già nel 1998 con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste e della Fondazione CRTrieste, si inserisce in modo che speriamo adeguato all’interno dell’attività del Laboratorio per la Didattica della Letteratura Italiana della Facoltà di Scienze della Formazione che favorisce la collaborazione tra il mondo universitario e quello scolastico e nelle giornate di questo Convegno al quale il nostro Istituto ha avuto l’opportunità di partecipare.

Questo lavoro, pur essendo nato indipendentemente dal Laboratorio stesso, è evidente riprova che lo spazio per lo scambio tra scuola e università esiste ampiamente, nonché sia di augurio per ulteriori occasioni di collaborazione futura.

In questa sede, piú che presentare diffusamente il CD-Rom nei suoi contenuti e funzionalità, che possono essere agevolmente visionati nelle biblioteche del territorio, sembra piú utile prendere maggiormente in considerazione l’attività che ne ha circondato la realizzazione, analizzandone piuttosto il percorso didattico e le metodologie operative.

 

Un progetto per un anno

Il CD-Rom è il risultato di oltre un anno di attività di vario tipo, in cui lo studio di alunni ed insegnanti si è affiancato al contributo specifico di studiosi ed esperti, gentilmente prestatisi relativamente a quelle parti che esulavano dalle competenze strettamente scolastiche; si è trattato nel contempo anche di un fitto impegno per far guadagnare al progetto stesso la fiducia degli Enti, che hanno poi consentito di dargli una degna conclusione editoriale.

Pubblicazione a parte, questo tipo di attività si inserisce nella consueta strategia di lavoro del Liceo Bachelet che prevede l’attuazione di un progetto all’anno, approvato dagli Organi Collegiali scolastici, per coinvolgere gli studenti attorno ad un determinato obiettivo in stretto riferimento all’attualità e alla realtà territoriale: fare qualcosa per la città e nella città per comprenderne e valorizzarne la storia e il patrimonio.

 

 

L’oggetto

Il tema del progetto scaturisce in seno alla scuola dalle piú svariate occasioni: nasce anche dalle esperienze e dagli interessi dei singoli insegnanti, dall’incontro di persone, dal dialogo tra parenti e amici.

Quell’anno fu la volta di un “sogno nel cassetto” della sottoscritta, contribuire cioè alla valorizzazione della Raccolta Petrarchesca - Piccolominea, fondata da Domenico Rossetti, nostro illustre concittadino settecentesco, che costituisce un’autentica “perla” bibliologica e artistica di cultura umanistica; essa è custodita presso la Biblioteca Civica “Attilio Hortis” di Trieste, ma all’epoca non aveva ancora la decorosa sistemazione di cui attualmente gode.

Anni addietro avevo avuto la fortuna di imbattermi in questo fondo, quando da bibliotecaria vi avevo brevemente lavorato e successivamente non avevo perso occasione per portarci in visita le mie classi, per farne conoscere l’importanza e la bellezza.

L’intento dell’insegnante si combinò con l’animo bibliotecario dando vita al progetto: le “ragioni del cuore” trovarono cosí pieno riscontro nella mia scuola con la Preside Elena Kratter, che rese possibile e sostenne un lavoro in piena autonomia, e fu bene accolto anche dalla Biblioteca Civica che nella persona della direttrice di allora, Annarosa Rugliano, ci rese disponibili le sue raccolte e la gentilezza del personale per l’attuazione del lavoro stesso.

Il riscontro definitivo venne poi dal Comune di Trieste e dalla Fondazione CRTrieste, che consentirono la messa in opera del progetto.

 

Le modalità

Il lavoro fu subito pensato come oggetto ipertestuale e multimediale anche perché in quegli anni c’erano forti spinte da parte del Ministero della Pubblica Istruzione: si parlava costantemente di realizzazioni ipertestuali degli studenti per gli esami di maturità e degli insegnanti per la pratica didattica, ci si riferiva sempre piú al WEB, il tutto volto a creare una nuova mentalità operativa.

Da tutto questo lavorio, seguito personalmente dalla scrivente, si ricavava però anche la consapevolezza che lo scollamento tra scuola e fare quotidiano, almeno in questo settore, rischiava di ingrandirsi ulteriormente, vuoi perché gli insegnanti finiscono talvolta per saperne tecnicamente meno degli allievi, trascurando quindi una fetta di cultura esistente, vuoi perché gli studenti, abituati a questi mezzi, possono non coglierne completamente l’utilità, o confinandoli al mero spazio ludico o vivendoli come approfondimento personale, ma che con l’attività scolastica ha poco da spartire. Sempre di studio invece si tratta, da utilizzare per avviare i ragazzi all’attività di ricerca, senza escluderne i metodi tradizionali, ma ampliandolo e arricchendolo di approcci stimolanti.

Su questa strada quindi si poteva e doveva proseguire nel nostro Istituto, provando, dopo alcuni esperimenti peraltro assai istruttivi per gli esami di maturità, a rivitalizzare i consolidati argomenti dei programmi di storia, storia dell’arte e letteratura italiana attraverso dei contenuti da recuperare direttamente sul territorio, per conoscerne meglio le risorse e per farle conoscere meglio, anche fuori dei confini locali.

Ai contenuti dello studio consueto si doveva affiancare un modo di operare interdisciplinare e su un periodo di tempo medio/lungo secondo tanti punti di vista e con approcci anche di natura diversa: all’obiettivo comune vennero finalizzate le visite didattiche e la gita d’istruzione, effettuata ad Avignone, l’intervento di un esperto, mirato all’approfondimento della musica antica, e l’attività teatrale con la “Lectura Petrarcae con cui la scuola partecipò alla rassegna cittadina di teatro delle scuole, il “Palio degli Asinelli”.

Quanto agli intenti, il lavoro si proponeva anche come oggetto propriamente “mediale” – si passi la parola – “intermediario” cioè tra competenze diverse e tra risorse già esistenti, da coordinare ed integrare tra loro secondo nuovi percorsi comunicativi, organizzando e dividendo i compiti e riunendone poi i contributi.

Il carattere complessivo doveva mantenersi su una dimensione didattica‑divulgativa ponendosi in un giusto mezzo tra lavoro compilativo e quello di ricerca, equilibrio non sempre facile da garantire, – soprattutto quando le “mani” sono diverse –, ma da perseguire tramite una coerente e rigorosa “cornice” metodologica.

 

I protagonisti

Individuati quindi i contenuti da trattare per valorizzare al meglio questo fondo locale attraverso i suoi protagonisti, la sua storia, i testi e l’arte presenti, si affidarono i compiti secondo le competenze e gli argomenti previsti dai programmi scolastici agli insegnanti e agli alunni delle classi III e IV Liceo, e lo studio della colonna sonora all’insegnante di educazione musicale della nostra scuola media.

Per i settori piú specialistici furono interpellate, come esperte, due neolaureate di Storia della Miniatura presso l’Ateneo cittadino, Maria Grazia Greblo e Ilaria Romanzin, che con autentico entusiasmo e disinteresse aderirono all’iniziativa, prima ancora che l’esito ne fosse certo. E, come loro, disponibile e generoso si dimostrò lo studioso e docente di canto Paolo Loss, che interpretò i testi recitati assieme ad una nostra alunna.

Da ultima, ma non ultima, venne la scelta di non “costruire in casa” l’ipertesto, ma di affidarlo a dei professionisti del settore, lo studio Scenario di Trieste, una ditta specializzata che, disponendo di competenze e strumenti decisamente superiori a quelli scolastici, ne garantisse la qualità e la funzionalità.

A scuola ci limitammo quindi alla produzione dei testi, al loro trattamento digitale, al reperimento degli altri “oggetti” necessari quali immagini, musiche e testi da recitare, il tutto guidato da un piano dell’opera molto dettagliato, una specie di palinsesto o zibaldone steso dalla sottoscritta in veste di coordinatore, che indirizzava parallelamente anche il lavoro a stretto contatto della ditta stessa.

 

Uno sguardo all’opera

Volendo quindi passare ad un rapido esame del lavoro, possiamo dire che ha una struttura lineare e di immediato utilizzo, come emerge già dal menú principale che presenta i contenuti generali, da cui accedere ai sottomenú correlati:

  • La storia della raccolta con la figura di Domenico Rossetti, che l’ha voluta e appassionatamente costituita, oltre a notizie sulla città di Trieste e sulla Biblioteca Civica “A. Hortis” che la ospitano
  • I protagonisti con le figure di spicco dell’umanesimo italiano intorno alle quali ruota l’intera raccolta: Francesco Petrarca ed Enea Silvio Piccolomini con la loro vita e periodo culturale
  • I Testi con le edizioni piú pregevoli che vengono presentate in una selezione cronologica, corredate ciascuna dalla descrizione bibliografica, da un commento stilistico e da un testo recitato preso dalle loro pagine piú belle
  • L’Arte che considera piú diffusamente l’aspetto del libro d’arte, attraverso lo studio della miniatura e dell’incisione, ma rende anche un giusto onore alla sezione iconografica della Raccolta e agli splendidi Cassoni nuziali ivi presenti.
    In questa parte del lavoro trova ospitalità pure l’approfondimento musicale con la Musica di Petrarca, che considera la musica di quel periodo, e con Petrarca nella musica, che indaga invece la presenza e persistenza dei testi del poeta nella storia della musica a lui contemporanea e successiva. Tutto l’ipertesto è peraltro punteggiato da queste musiche, che appropriatamente ne costituiscono la colonna sonora.

 

Dal menú principale si può inoltre passare ad alcuni altri menú che contengono informazioni aggiuntive o di supporto:

  • la Struttura che costituisce la mappa interattiva dell’ipertesto, una sorta di “indice” che consente di individuare a colpo d’occhio tutto ciò che vi è contenuto, potendo accedervi direttamente, come per i capitoli di un libro

·        gli Strumenti, divisi a loro volta nello Scaffale, la bibliografia ragionata di riferimento per tutto il lavoro, e nel Testo e Contesto, un ampio glossario di termini specifici che ricorrono nelle altre sezioni del lavoro che sono ad esso opportunamente collegate

·        Per saperne di piú, che contengono le notizie sulla realizzazione del lavoro e i credits

 

A conclusione di questo intervento, volendo dare un giudizio complessivo sul prodotto finale, – in modo forse piú sereno e distaccato visto il lasso di tempo intercorso dalla sua realizzazione –, si può obiettivamente riscontrare che i contenuti non sono sempre equilibrati tra di loro, nel senso che certe parti sono eccessivamente ampie e approfondite, mentre altre lo sono molto meno; e ciò, se non costituisce un grosso problema in un libro, diventa decisamente piú evidente in un multimediale, dove si è assai meno disposti a lunghe letture a video.

Inoltre non si può fare a meno di notare che il lavoro nella sua presentazione “editoriale” risulta un po’ datato, in quanto i prodotti piú recenti, influenzati soprattutto dalle tecnologie del WEB, presentano delle vesti e delle funzioni molto diverse.

Rimane comunque invariata e tutto sommato apprezzabile la linearità e pulizia del lavoro, che ne garantisce una buona funzionalità e utilizzabilità.

Rimane infine, credo, anche l’arricchimento personale che questa esperienza ha prodotto in coloro che vi hanno partecipato e che fortunatamente non è soggetto al mutare delle tecnologie e degli strumenti operativi.

© Copyright 2001 CSIA - University of Trieste Ultima modifica il 01.09.2005
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