Tadàmun: l’inclusione reciproca

Data evento: 
Da  25/03/201725/03/2017

All’interno di un’antica abbazia l’ultimo incontro di “Pensieri Migranti”: “Tadàmun - l’inclusione reciproca. Festeggiamenti e celebrazioni”

Sabato 25 marzo 2017, dalle ore 16, presso l’Abbazia di Rosazzo, si terrà il sesto incontro di “Pensieri migranti”, seconda parte di “Fare spazio. Migranti, esuli e rifugiati di ieri e di oggi”, un progetto sulle migrazioni nell’età contemporanea, promosso dall’Università degli Studi di Trieste e realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Tadàmun è una parola araba che si usa per esprimere il concetto di responsabilità collettiva, di comprensione reciproca, senza esclusioni. Ignazio De Francesco (monaco della famiglia religiosa di Dossetti), che ben conosce il Medio Oriente e la lingua e la letteratura arabe, ci accompagna in un’avventura di dialogo tra le culture. Attraverso riti, feste dedicate, evocazioni poetiche, mondi differenti riconoscono, tutti, i momenti importanti dell’esistenza, le nascite e le rinascite. Già questo è un interessante punto di partenza per scoprire l’arricchimento che può venire dalla reciproca conoscenza.

All’interno di un’antica abbazia ci confronteremo dunque sulle fedi, le passioni politiche, la speranza, come regola di vita. Sono questioni che eccedono i nostri contratti sociali e intrecciano le culture in continua trasformazione.

Saranno ospiti Ignazio De Francesco, monaco cristiano, teologo e islamologo (in collegamento a distanza), Sergio Labate, filosofo dell’Università di Macerata e Samad Bannaq, studente marocchino del corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università di Bologna, protagonista del film Dustur.

L’incontro sarà arricchito da una lettura drammatizzata, ad opera dell’Associazione Culturale Crab, tratta dal testo di Abbas Khider, I miracoli (2016), una moderna fiaba su rifugiati e immigrazione clandestina.

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Nell’ambito del rapporto di partenariato, si segnala lo spettacolo L’acqua e la sete a cura di Wunderkammer, che si terrà martedì 28 marzo, alle ore 20.30, presso il Teatro Miela di Trieste.

Lo spettacolo - canto, chitarra, percussioni, clavicembalo di Sergio Ladu - è composto da testi, poesie e musiche in basco, sardo, francese e italiano, come un contrappunto attraverso i secoli di culture separate dal mare, ma non veramente lontane.

 

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